Gloria a Dio che viene ad istruirci
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28 aprile 2008
GESÙ: Quando le anime si privano delle cose di questo mondo, sono più leggere per elevarsi verso di Me. Una spoliazione è uno strappo, è rinunziare a qualche cosa di necessario, o che ci sta a cuore. Non si tratta di un digiuno, né di una piccola privazione. È sposare la solitudine, è vivere il deserto.
Quando Io vi chiedo di lasciare un luogo dove vi siete stabiliti e che vi è caro, voi lo lascerete, è la Mia Santa Volontà che ve lo comanda. Volontariamente, Mi obbedirete, come fecero Abramo e Mosè riguardo ciò che Io chiedevo loro. Avevo la certezza del loro impegno, essi Mi avevano dato la loro parola.
L'obbedienza a Dio è il primo passo che dovete fare tutti per unirvi a Dio. È un’alleanza che conferma il vostro attaccamento alla vostra famiglia primordiale: la Santissima Trinità insieme alla Santa Madre di Dio che vi benedicono. È da quel dolce rifugio che la vostra anima si è involata per venire sulla Terra ed è là che essa deve ritornare per la Santa Grazia di Dio e per la vostra obbedienza.
I vostri figli sono i Miei figli, come voi stessi Mi appartenete. Ogni vita è nella Mia Santa Vita.
Figlia Mia carissima, Io non ti punisco. Ho lasciato la tentazione agire su quelli che ti circondano. Fino alla fine dei Tempi, il Tentatore è in agguato. Ti senti disorientata senza l'amore dei tuoi figli, senza il calore umano di un vero focolare domestico, ed anche abbandonata dall’ingratitudine degli uomini che si dicono attaccati a Dio con la Preghiera o con la frequenza ai santi Sacramenti della Chiesa, mentre invece dimenticano il vero valore della Santa Legge di Dio.
Essi sono lontani dalla Mia Legge, che è mal compresa. I due primi comandamenti non sono né ammessi, né vissuti da coloro che non si fanno alcun rimprovero, che hanno un comportamento devoto e una irreprensibile esistenza nel loro focolare, come nella Chiesa o in società.
II suicidio nasce spesso in questi ambienti irreprensibili che vivono la Legge di Dio in modo rigoroso e senza vero Amore, tutto il contrario di quello che Io vi insegno. Non c'è compassione né perdono per l'infelicità del prossimo, e il loro amore non è che amor proprio, non è che il sentimento del loro valore e della loro dignità, specie quando hanno molto denaro per fare l’elemosina, perché questo dono li rassicura.
È la vicinanza dell'infelice che li disturba. Vedere da vicino l'infelicità è angosciante. Il mondo non si è ancora spogliato dell'uomo vecchio. Ci tiene ancora a vivere nella sua tranquillità e nel suo benessere.
Il vero povero ha lo sguardo di Dio nei suoi occhi, perché la Sofferenza abita in lui, la sofferenza della Croce che solo i veri eredi dì Cristo GESÙ portano in loro. Perché è già l'identità del Figlio di Dio, quell’Immagine sacra del Figlio dell'Uomo sulla Sua Terra di sofferenza e d'incomprensione.